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Il progetto

   "Le elezioni amministrative di maggio rappresentano un'opportunità per progettare insieme il Bene Comune del Paese, fuori dalla rissa di "potere", fuori dalle lacerazioni dei partiti, fuori dall'interesse e dalla speculazione di favoritismi e clientelismo".

   Abbiamo sottolineato due punti di quelli che erano e che dovrebbero ancora essere fondamentali oggi nella proposta del nuovo con cui SVBC si è presentato ai cittadini.

   Adesso, però, sembra che, col passare del tempo, ci si trovi ben dentro una logica di potere e ad un tentativo di spartizione partitocratica del potere stesso.

   Cosa ci può far pensare a questo? Ci può spingere a questa conclusione il fatto che un assessore dopo quasi tre anni di amministrazione se ne debba andare per far posto ad un altro consigliere che ha come punto di riferimento politico il PD.

   L'ambiguità comunicativa era già palese con la presentazione di una lista col nome di SVBC, ma che aveva al suo interno candidati che non erano provenienti dall'esperienza rinnovatrice di questo movimento.

   Dopo quasi tre anni tranquilli, dove l'apparente unità si è manifestata senza grossi scossoni, l'esistenza di due gruppi contrapposti si è palesata con l'assenza dal Consiglio comunale di tre consiglieri in disaccordo con l'approvazione della variante al PRG fortemente voluta dai consiglieri di SVBC.

   Adesso i nodi vengono al pettine. Infatti è palese come SVBC sia composto da due gruppi che hanno idee diverse in merito alla variante del PRG e che la dialettica interna ai due gruppi stia portando ad avvicendamenti che rendono evidente come si sia tornati alla logica delle spartizioni tipica dei partiti politici tradizionali, logica spartitoria tanto avversata da SVBC.

   Eccoci dentro, e non fuori, alle lacerazioni dei partiti e del potere deprecati da SVBC, andiamo avanti comunque tanto prima o poi una soluzione che accontenti tutti si troverà.

   Logica tipicamente democristiana degli anni passati.