La jónte

   Fragrante e dorato il filone di pane «accattate» ci veniva consegnato da «Francische», inizialmente senza neppure essere avvolto nella carta. Lo cacciavamo in una borsa detta della spesa, ma il più delle volte lo ostentavamo portandolo come un trofeo.

   Ora possiamo pure essere entusiastici estimatori del pane casereccio, ma allora che eravamo pieni di pane raffermo, bagnato e condito in tutte le salse fino all’orripilante rito del pancotto serale nella sua versione più spartana («acque, sale, uojje e petresenele») non potevamo non essere attratti da quella morbida delizia.

   Eravamo disposti a rinunciare ai giochi e ad altri incantamenti «pe’ j’ accattà’ lu pane», perchè il pane veniva pesato e se un chilo s’era chiesto «nu chile avè’ da resse» e così, se il pesato non corrispondeva, il fornaio «ci mettè la jónte», una giunta o, meglio, un’aggiunta che a casa non arrivava mai.

   Il Finamore suggerisce per questo termine il rapporto con il verbo latino “jungere” nel senso di “unire”, “mettere insieme”.

   Dallo stesso verbo latino abbiamo ereditato, attraverso lo spagnolo, “junta” e nel valore mediale “juntarse”, un’altra “giunta”, il “collegio ad alto livello degli amministratori di un ente di diritto pubblico costituzionale” (Devoto) e il suo verbo “giuntarsi”, ovvero “riunirsi”.

a.m.