Il resort di c.da Foreste  

   Sulla realizzazione del villaggio turistico di colle Foresta l'amministrazione comunale di San Vito va avanti come un treno e a testa bassa. Non chiede consigli agli esperti e pareri ai cittadini per valutare se vale veramente la pena di procedere con l'intervento, considerato che lo stesso provocherà un forte e irreversibile impatto con l'ambiente incontaminato che caratterizza l'area interessata.

   Sindaco e assessori sono convinti che l'intera operazione porterà benefici sotto l'aspetto occupazionale e garantiscono la massima trasparenza dei procedimenti nel rispetto dell'ambiente e delle norme urbanistiche.

   Ma sarà davvero così?

   Molti sono dell'avviso che l'opera non produrrà alcun vantaggio alla cittadinanza e che col passare del tempo sarà abbandonata a se stessa con pesanti ripercussioni per il territorio. Intanto l'iter va avanti con incredibile rapidità, al contrario di quello relativo all'approvazione della variante al Prg, al Piano di recupero del centro storico e al Piano spiaggia che viaggia con assoluta lentezza.

   Nei giorni scorsi, infatti, il Consiglio comunale, malgrado le proteste della minoranza e delle associazioni ambientaliste, ha adottato a maggioranza la variante al piano regolatore, che cambia la destinazione d'uso da agricola a turistico-ricettiva dell'area dove nascerà la megastruttura.

   Si può dire quindi che l'amministrazione ha ufficialmente dato il via libera alla Pagliaroli Group di Montesilvano che costruirà il gigantesco villaggio turistico, nella totale disinformazione dei cittadini che ignorano contenuti e particolari del progetto.

   Inutile dire che l'iniziativa avviata dall'amministrazione Catenaro non piace né alla minoranza consiliare, né alle associazioni ambientaliste che sono sul piede di guerra. L'opposizione chiederà l'annullamento della variante perché il progetto non rispetterebbe la legge quadro 353/2000, la quale prevede che le zone boschive colpite da incendi, come appunto quella di Colle Foresta, non possono cambiare destinazione d'uso per almeno 15 anni. 

Vito Sbrocchi