La Provvidenza

   La Provvidenza è divina, non è umana. Vale però a rassicurare e giustificare gli uomini di qualunque cosa fanno e causano o lasciano andare. La Provvidenza contempla anche colpe e peccati, se compresi come dissonanze che confermano la recondita armonia dell’universo. “Niente avviene senza ragione”, “nihil est sine ratione”, ogni cosa trova fine nell’ordine divino.   

   Così il filosofo Leibniz spiegò che questo è “il migliore dei mondi possibili”.Rispose così a quanti come Voltaire levarono il grido di sconforto verso Dio per il terremoto che distrusse allora Lisbona. La distruzione di Amatrice di questi tempi non mette in alcun dubbio, giustamente, il volere divino, sotto accusa non è la Provvidenza Divina, ma i non provvedimenti umani, la non prevenzione e la non cura. Dio abbandona chi lo abbandona, quando si lasciano andare le cose come vanno e trascurando il bene comune.

   Leibniz sostenne che nulla avviene senza ragione. Metteva cosi Dio a riparo da ogni responsabilità sociale. Salvava Dio, certo, ma giustificava ancora più l’esistente così com’è. “Niente avviene senza ragione”, diceva Leibniz. Si può rispondere che, sì, c’è una ragione per ogni cosa, ma non ogni cosa ha poi ragione per come viene agita e vissuta. Che si registri una mancanza amministrativa o di governo c’è una ragione a spiegarla, ce ne facciamo anche una ragione, ma non ha ragione l’agire determinato. La bambina, al corso di filosofia in quella scuola primaria, chiarì meglio: c’è una ragione perché Gigi sta facendo certe cose, ma non ha ragione a farle. Si può spiegare il suo agire, ma non giustificare. È così, ma “non è giusto”, dicono i bambini che si fanno una ragione del mondo così com’è. Tutti i problemi sociali vengono da questo scarto, tra ciò che è e ciò che non è giusto che sia.

   Leibniz però insiste: “niente avviene senza ragione” e afferma che questo è “il migliore dei mondi possibili”. “Dio vede e provvede”, ripete lo stanco adagio dello sconforto quotidiano. Dobbiamo perciò farcene una ragione. La Provvidenza attesta il fine prestabilito. Ci fu un altro filosofo, Hegel, che trovò un’applicazione ancora più stringente di quel principio, quando scrisse che “tutto ciò che è reale è razionale”. Fu, ed è ancora questo il modo per giustificare l’esistente così com’è. Allora Hegel si riferiva alla difesa dello Stato Prussiano di Germania, oggi si dice dell’Europa tedesca che giustifica nella “sua” razionalità la necessaria realtà della riforma della Scuola e della Costituzione che c’impone. Certo, c’è chi continua a pensare al “movimento reale che abolisce lo stato presente dell’esistente”. Non andiamo però oltre. “Niente è senza ragione”, questo è “il migliore dei mondi possibili”. Restiamo alla sua applicazione. San Vito. Leibniz qui sta bene, mi viene da pensare mentre leggo la sua “Confessione” lungo i sentieri della splendida campagna dei Mancini.

   Ecco, San Vito. Le questioni di filosofia non sono poi così lontane anzi, parafrasando Amleto, si può dire che c’è più filosofia di quanta non se ne trovi nei libri, quando si vede quel che appare davanti ai nostri occhi. E l’impressione che qui a San Vito si è “leibniziani” e “hegeliani” più di Leibniz e di Hegel, è davvero forte. Nulla muta. Dio vede e provvede, forse perché non vediamo e non provvediamo, lasciando che le cose vadano così vanno. Santa Provvidenza.

   L’estate è andata. Ci sono state quasi cento manifestazioni. Poche hanno avuto pubblico considerevole. Alcune come spettatori hanno avuto gli stessi attori. Il sospetto è che alla guida dell’amministrazione si alternano ora una ora un’altra “associazione culturale”, che soddisfa le aspettative del proprio circuito di voci. La politica non c’entra. Quando anche è promessa, svilisce appena ci si siede in consiglio comunale. Si diventa uguali agli altri, il fine è lo stesso, così vuole la Provvidenza dell’esistente. Se qualche consigliere viene meno all’ordine istituzionale del suo mandato, poco importa, non è necessario applicare la legge che regola il mandato. Qui tutto è paterno e familiare, tutto normale. Se c’è poca trasparenza o se c’è chi chiede spiegazioni per conti di bilancio o per scelte deliberate, non trova risposta se ci sono evidenti inadempienze e ritardi, non ci sono colpe, tutto si aggiusta.

   I Consigli si svolgono in aula vuota di cittadini che partecipino.

   L’altra mattina incontro un caro amico, al quale va la mia ammirazione. Parliamo del perché non trovano successo le manifestazioni estive, anche importanti,che pure sono proposte. Mi dice di Treglio, dove c’è attività e partecipazione. Non me ne vogliano quelli di Treglio. Ho risposto dicendo che là il paese non ha niente. Anche la piazza è appena un incrocio di strade. E dove non c’è niente, si fa di tutto per emergere, aprendosi all’esterno. Treglio sta bene. È attiva, finanche la manutenzione di alcuni servizi per San Vito è assicurata da Treglio, certo per “provvidenza minore”, s’intenda, non divina perciò, ma “umana, troppa umana”, di competenza e d’amicizia. A San Vito, continuo dicendo, che abbiamo Mare e Monti, c’è il belvedere che è come la poppa di una nave che viaggia sul mare dell’immaginazione del paese che vorremmo. Lo ripetiamo tutti, San Vito ha l’oro per terra, ma nessuno lo raccoglie. Qui c’è la bellezza. C’è la grazia di Dio, la Sua manifestazione. Qui c’è la Provvidenza che acquieta e giustifica l’esistente così com’è, credo però all’insaputa di Dio, perché non è il sapere che il divino reclama, ma la fede e la restituzione senza omissioni di ciò che ha provveduto a darci.    

   La bellezza è divina, il bene è umano. Senza bene la bellezza sfiorisce. Il bene non rivolto alla cura del bello diventa male, prende la piega di un favore fatto per il bene di qualcuno.

   Questo è “il migliore dei mondi possibili”, diceva Leibniz. Questa San Vito è la “migliore possibile”, bisogna fare l’impossibile perché la Provvidenza si possa avvalere di provvedimenti umani di cura. Bisogna intenderla però altrimenti la Provvidenza, nel senso che Dio ha provveduto in tutto, provvedendoci della bellezza, della vita. Sta però a noi provvedere di restituire quanto c’è dato in un mondo migliore per il bene della vita.

   C’è contrasto tra la Provvidenza, “pronoia” si dice in greco, e il “parlar chiaro”, “parresia”, in greco, si può intendere con “trasparenza”, dicendo delle cose come stanno e come non vanno.   

   C’è un’altra parola greca che si convoca spontanea, la “parusia”, che indica la “Presenza” del divino in ciò che ha provveduto a darci. La grazia della vita. Bisogna provvedere, restituirla, averne cura, senza lasciare che le cose vadano come vanno, trascurando.

   San Vito è bella, ed è bene averne cura, bisogna non essere “paternalisti” e “buonisti”come Leibniz che giustifica l’esistente così com’è, ma dare entusiasmo di volontà all’ammirazione di ciò che c’è.

   La restituzione è la forma del ringraziamento per ciò che ci è stato dato per come lo avremo tenuto.

Pino Ferraro