Natale
L'aria era diventata più pungente
e secca, le luci degli addobbi natalizi cominciavano ad affacciarsi timidamente
nelle vetrine dei negozi, richiamando alla mente i giorni che, via via più
frenetici, si sarebbero susseguiti fino alla festività più solenne. I
preparativi per il Natale, come ogni anno, avevano un senso di nostalgia e di
attesa che facevano affiorare un misto di ricordi e di desideri di cose buone e
belle. Era come se anche le persone dovessero uniformarsi ai dolci sapori delle
specialità esposte e propagandate all'occorrenza.
Gli anni passati non avevano cambiato questa attesa che prometteva
bontà, serenità e amore a tutti, in nome di una riconquistata sicurezza e
protezione dall'indifferenza e dalla solitudine. Ma il Natale portava con sé
anche un senso di timore di incertezza perché la felicità di pochi era
contrastata dall'infelicità di tanti; e l'idea che si rafforzava era quella che,
per compensazione, tutto ciò che la vita via via concedeva potesse essere
irrimediabilmente soggetto ad altrettante perdite e privazioni.
I bambini, con gli anni che passavano erano diventati ormai grandi
e i genitori forse più bambini.
La stella cometa che guidava i Re Magi rendeva il Natale sempre più
irreale e lontano. Era bello ricordare che una volta c'era anche la neve sul
presepe, che la Natività custodiva certezze e non contraddizioni e che i simboli
di questa ricorrenza regalavano fantasia e semplici verità ormai passate di
moda.
Laura Alberico
Queste considerazioni di Laura sono
state pubblicate sulla Ginestra del 1998, ma sono di una grande attualità anche
a 18 anni di distanza.