La vita e la morte

   Roccacastello è un piccolo paese di qualche centinaio di anime dove tutti si conoscono e partecipano agli avvenimenti lieti o tristi che colpiscono i membri della comunità.

   Più di tutti la conoscenza di questi fatti toccava l'impiegato dell'anagrafe che si vedeva partecipe delle nascite, dei matrimoni e, purtroppo, delle morti dei suoi concittadini.

   Soprattutto quando c'erano dei decessi non esisteva orario di lavoro perchè ogni momento, seppur ingrato, era buono per registrare la fine della vita di un concittadino.

   Era questo un momento molto triste, perchè questi adempimenti coinvolgevano parenti e amici del defunto e quello che poteva essere un semplice atto burocratico si trasformava in un triste momento della quotidianità amministrativa.

   Antonio, ormai, si era abituato a questi avvenimenti, che non erano semplici momenti della routine di un impiegato, ma un coinvolgimento in prima persona.

   Ma un giorno l'avvenimento non gli andava proprio di registrarlo, anche perchè il morto non era una persona qualsiasi, ma un parente stretto, molto stretto, era la madre con la quale aveva convissuto tutta la sua vita e con la quale aveva diviso gioie e dolori.

   Quello che sembrava essere un normale atto burocratico e che definiva la fine di una vita no, proprio non gli andava di registrarlo anche perchè sapeva, in cuor suo, che quel foglio di carta non poteva essere la notifica pura e semplice di un distacco definitivo, dato che la madre sarebbe restata per sempre e fino alla fine dei suoi giorni nei suoi pensieri e nei suoi ricordi.