La primavera

   Riporto un articolo scritto per "La Ginestra" venti anni fa dal compianto amico e collega Antonio Fantini. L'articolo riguarda la primavera e, nonostante i venti anni passati, mi sembra di un'attualità incredibile.

   L'articolo è accompagnato da una poesia in dialetto di Nino Saraceni e da una in italiano del caro Tonino.

   Sono passati diversi giorni dall'inizio della primavera e ininterrottamente guardo col naso all'insù, nel cielo ora azzurro ora nuvoloso, nella spasmodica ricerca di vedere dentro gli occhi la prima rondinella. Niente.

  Da bambino mi ripetevano i testi scolastici, puntualmente confermati, che a San Benedetto, il 19 di marzo, "la rondine è sotto il tetto".

   I testi sono terribilmente cambiati e così gli scolari. Nemmeno un aquilone di carta volteggia nel dolce vento d'aprile. A quali cieli andremo incontro nei nostri domani che si fanno sempre più corti?

   Dopo la scomparsa delle lucciole, dovremmo assistere impotenti anche a quella delle rondini? Indifferenti? E perché? Solo per il fatto che l'uomo inesorabilmente sta riempiendo l'aria d'ogni sorta di veleni?

   A volte mi prende una nostalgia dei bei tempi andati che vorrei fossero anche patrimonio di questi giovani ciarlieri al telefonino e far loro capire, ma è possibile?, quanto sarebbe molto più bello parlare col volo gioioso dei rondoni che infestavano le primavere dei miei anni lontani. Perché l'esperienza del passato, se positiva, non la si può trasmettere alte nuove generazioni? Perché dobbiamo distruggere la natura per un futuro ricco di novità, molte buone e positive anch'esse, a discapito di un domani fatto di ansie e di fretta nonché di angosce e depressioni?

   Da questo periodico, piccolo grande esempio di onestà e libertà intellettuale, la testimonianza di una perdita di uno dei tanti valori che oggi ci strugge e ci consuma.

La primavere

                  Nino Saraceni

L'aquilone

               Antonio Fantini