Elezioni 1993 (2)

  

   La Giunta risultò così formata: Gianfranco Basterebbe, sindaco, Rocco Catenaro, Nicola D’Angelo, Flamminio Tito e Vitaliano Bianco, assessori.

  La vita amministrativa andò avanti con una certa tranquillità fino agli inizi del 1997, anno in cui le tensioni accumulate tra il sindaco e la maggioranza dei consiglieri e degli assessori esplosero in maniera clamorosa e portarono alle dimissioni del sindaco ed all’arrivo del Commissario prefettizio.

   Ma poichè questa è storia recente, è possibile fare una ricostruzione rigorosa di questi avvenimenti i cui prodromi si ebbero, come già precedentemente accennato, durante la fase della ricerca del candidato sindaco.

   La candidatura di Gianfranco Basterebbe rischiò di spaccare la Ginestra già in quel novembre 1993 e ciò era dovuto al fatto che a molti autorevoli componenti di quel raggruppamento questa candidatura era stata imposta da una logica spartitoria e dalla decisione di un ristretto gruppo di persone, che vedeva in questa candidatura lo sviluppo di una strategia che doveva portare l’uomo più rappresentativo del PDS a ricoprire questa carica.

   Per superare questo scoglio Basterebbe fece una dichiarazione tranquillizzante ed affermò che nel momento in cui sarebbe diventato sindaco avrebbe restituito la tessera del PDS e sarebbe stato il sindaco della Ginestra.

   Fu creduto e da allora cominciarono grossi problemi per la Ginestra.

   Il primo evento clamoroso fu il “processo” al quale furono sottoposti Antonio Iarlori e Walter de Nardis, rei di avere scritto sul numero di dicembre del 1993 del giornale La Ginestra degli articoli nei quali venivano criticati alcuni atteggiamenti  del sindaco Basterebbe e del PDS durante la campagna elettorale.

   Alla fine del “processo”, il giornale già stampato e pronto per la spedizione venne epurato nel migliore stile stalinista o fascista che dir si voglia e venne letteralmente mandato al rogo. Fortunatamente alcune copie si sono salvate e possono testimoniare di quello scempio.

   Ma quali furono le cause che portarono allo scontro?

   L’ipotesi avanzata da Walter de Nardis era che la Ginestra fosse solo un involucro necessario al PDS per ottenere risultati che non avrebbe mai ottenuto se si fosse presentato da solo; che era in atto il tentativo di rafforzare la presenza di questo partito all’interno della Ginestra, che doveva essere successivamente smantellata e sostituito appunto da un PDS che sarebbe stato la logica continuazione di quello provinciale, regionale e nazionale.

   La Ginestra, per PDS e i suoi simpatizzanti, aveva sostanzialmente esaurito il suo compito, che, ripetiamolo, era quello di offrire una protezione politica alla forma partito che in quel momento non godeva di molta popolarità (si era in piena tangentopoli) e avrebbe dovuto fare spazio al ritorno dei partiti.

  L’ipotesi, per quanto argomentata, non convinse i dirigenti della Ginestra; essi infatti non riuscirono a percepire in tempo il pericolo in cui incorreva il modo nuovo di fare politica proprio della Ginestra: al centro dell’interesse pubblico va posto il cittadino, non il partito.