Sul numero de "La Ginestra" del 1998, Laura Alberico ci ha dedicato alcune considerazioni su "Realtà e immaginazione". Vi riporto l'articolo perchè ritengo che quelle considerazioni siano ancora molto attuali anche adesso a distanza di 26 anni.
Realtà e immaginazione
In una intervista a Dacia Maraini (scrittrice contemporanea) un gruppo di giovani
le poneva varie domande sull'arte della scrittura, su cosa per lei significasse viaggiare con l'immaginazione, il rapporto con i personaggi da lei creati, ecc.Le sue risposte mi sono sembrate limpide come acqua; d'altronde il suo viso testimonia la forza e l'incisività del suo modo
di essere e di vivere per la scrittura, senza mezzi termini: "vivere per scrivere e scrivere per vivere".Un aspetto che credo sia comune a
chi si dedica a questo "mestiere" è la necessità di alimentare la realtà con l'immaginazione e viceversa, in uno scambio osmotico tra il vissuto personale e la necessità di proiettarsi oltre il presente, creando situazioni ed occasioni di verifica della propria esistenza e dei propri desideri.I viaggi del'immaginazione, diceva la scrittrice, sono quelli più piacevoli, ma anche i più sofferti.
Anche gli oggetti, in un determinato periodo della propria vita, materializzano immagini di sentimento e di emozioni, alimentando nel presente la ricerca di sé stessi e il desiderio di nuove conoscenze.
Pinocchio, secondo la Maraini, è la favola più bella che esista. Il burattino che desidera diventare di carne ed ossa, deve cambiare la sua vita, superando disgrazie e sofferenze, solitudine e abbandono.
Quando era di legno voleva una vita senza problemi e senza futuro, senza amore e pentimento, ma crescendo ha dovuto aprirsi al futuro, imparare a conoscere i sentimenti, abbandonando le apparenze e tutto ciò che era stata la sua vita precedente.
Non si può diventare grandi se non si è stati bambini e la fantasia o il sogno servono a costruire un ponte tra la realtà e i desideri, come le favole spesso ci insegnano.