Il porto (5)

   Senza avere la pretesa nè l'intenzione di influenzare la decisione che i Consiglieri dovranno prendere, sento il dovere di esprimere delle osservazioni che ho potuto desumere dall'esame di tutti gli atti esistenti a tal riguardo nel Comune e considerando le nostre impellenti necessità.

   a) - E' indubbio che lo Stato, decidendo l'esame del problema del nostro comma imposto e poi l'approvazione e finanziamento del progetto dell'Ufficio del Genio Civile in data 20 maggio 1919, ha assunto verso il nostro Comune un regolare impegno a tutti gli effetti di legge, tanto più che la preventivata spesa doveva ritenersi compresa in apposito articolo di bilancio e disposta da particolari disposizioni di pubblico interesse.

   La parziale esecuzione di tale progetto costituisce una inadempienza denunziabile all'autorità giudiziaria specie perchè è stata causa di ben noti gravi danni.

   b) - Dalla denunziata e riconosciuta inadempienza sono derivati al Comune ed ai privati gravi irreparabili danni parimenti riconosciuti dall'Ufficio del Genio Civile e dalla Prefettura, danni che hanno turbato e turbano gravemente l'economia del nostro paese. E' noto infatti che per le difficoltà della spiaggia e del molo non è più consentito l'approdo delle barche pescherecce a vela e meno che mai ai motopescherecci che sono costretti a ricercare il porto di Ortona appena il mare è mosso; la spiaggia è completamente distrutta; vi è incombente il pericolo alla ferrovia dello Stato ed alle strade.

   E poichè tutto deriva dalla incompleta e quindi dannosa costruzione del porto costruito per conto dello Stato, ne deriva che  un'azione per ottenere l'eliminazione della causa permanente del danno e per l'indennizzo dei danni patiti e paziendi dovrebbe rivolgersi allo Stato stesso. (Continua)