“Le forme recitate”

   “Le forme recitate” è il titolo della pubblicazione del Sanvitese Vito Moretti uscita per Edizioni Studium di Roma.

   Un titolo un po’ enigmatico in apparenza, che può far pensare a un lavoro per specialisti, per studiosi di letteratura e metalinguistica, ma che in realtà propone un libro di ampia fruibilità, interessante sotto molti aspetti e che unisce alla perspicuità, il rigore della ricerca e un ricco repertorio di documenti, di ghiotte informazioni, di riferimenti bibliografici.

   Si tratta di una raccolta di saggi che riguardano in buona parte Gabriele d’Annunzio e il suo mondo, mai completamente esplorato.

   Si mette a fuoco, infatti, la formazione culturale e artistica del poeta all’interno del Cenacolo francavillese, all’ombra del pittore, guru e maestro Michetti e nella feconda relazione con gli altri artisti abruzzesi.

   Si ripercorre l’esperienza politica del Vate con la sua campagna elettorale come deputato del collegio di Ortona.

   Si ricostruisce la sua relazione amorosa con la marchesa Alessandra di Rudinì (la Nike) e con la contessa Giuseppina Mancini (la Giusi-Amaranta), troncata con il ritiro in convento della prima e all’interno di una casa di malattie mentali dell’altra.

   Un più ampio saggio, poi, fornisce un dettagliato excursus, tra storia e cultura, sui fermenti e sulle vicende che attraversarono l’ABRUZZO durante il Risorgimento, nel passaggio dal Regno dei Borboni al Regno unitario d’Italia.

   Vi riscopriamo e conosciamo meglio patrioti, carbonari, massoni, figure di liberali dei nostri paesi che rispondono ai nomi di Silvio e Bertrando Spaventa, di Floraspe Renzetti, Raffaele Liberatore, Carlo Madonna da Lanciano, Vitantonio Iavicoli e Giuseppe Bucco da S. Vito, Salvatore Saraceno da Fossacesia, Domenico Pugliese da Ortona e di tanti altri noti e meno noti.

   Un capitolo fitto di notizie e di sorprese che si legge come un’avvincente cronaca.

Altri due saggi analizzano la “Poesia di Gabriele Rossetti” attraverso la rilettura di Francesco De Sanctis e “Il dito di Fra Cristoforo”, nel noto, plastico gesto del capitolo VI dei Promessi Sposi con il suo complesso carico di significati simbolici culturali e sociali.

   Un libro uscito dall’università, ma che soddisfa anche attese messe a punto e curiosità, da parte di un largo pubblico, e che conferma un Moretti rigoroso e appassionato studioso, nonché impareggiabile cacciatore di notizie e documenti.

                                                                                                 Alberto di Giovanni